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  • Immagine del redattoreCoachtree Andrea Cenni

"Suscitare la Curiosità e l'Interesse in Classe: Un Nuovo Approccio all'Apprendimento"

La capacità di attrarre, spesso sottovalutata in questo sistema di apprendimento, necessita di un "cambio di rotta". È fondamentale guidare i bambini a comprendere non solo ciò che sanno e sapranno, ma anche ciò che sono e saranno. In questo contesto, la curiosità gioca un ruolo chiave, poiché siamo naturalmente attratti da ciò che è nuovo e intrigante, specialmente quando incontra un equilibrio perfetto di complessità.


Tuttavia, la curiosità è effimera, destinata a svanire una volta soddisfatta. L'interesse, invece, è una fiamma più duratura che si alimenta lentamente mentre gli studenti accumulano informazioni e le valutano come rilevanti per la propria vita. La domanda cruciale diventa quindi: come possiamo stimolare l'interesse in classe?


“ L’insegnamento non è un automatismo: non si entra in una classe spiegando i contenuti sacri e immutabili del “programma” e pertanto si è insegnato. Un modello di insegnamento di questo tipo potrebbe, tranquillamente, essere soppiantato in tutto e per tutto dalle nuove tecnologie: si scelgono pochi bravi divulgatori, si piazzano davanti a delle telecamere, si raggruppano in grandi aule con grandi schermi enormi gruppi di ragazzi e si consente loro di seguire brillanti esposizioni di contenuti. Il risparmio sarebbe in grado di risanare le finanze pubbliche. Quest’azione consentirebbe, nella migliore delle ipotesi, l’assimilazione di nozioni e contenuti semplici, appresi in modo acritico, spesso presto dimenticati. Chiediamo questo a un sistema di istruzione?” (F. Batini)


Per suscitare la passione nell'apprendimento, è essenziale adottare una modalità di insegnamento "per scoperta". Questo può essere realizzato da insegnanti in grado di incuriosire ponendo domande stimolanti, lanciando sfide interessanti e incoraggiando gli studenti a trovare risposte in modo attivo. Un approccio fondamentale è considerare le conoscenze pregresse degli studenti come punto di partenza, evitando attività troppo semplici o troppo complesse.


La studiosa statunitense Susan Harter ha introdotto il concetto del "principio di sfida ottimale". Questo principio suggerisce che gli obiettivi scolastici dovrebbero collocarsi strategicamente tra l'assenza di sfida, che può generare noia, e il suo eccesso, che può causare ansia e frustrazione. Pertanto, la progettazione didattica deve valutare il livello di capacità della classe e fornire attività e ambienti di apprendimento adeguati, stimolanti ma non scoraggianti.


La chiave è trovare il giusto livello di sfida, quello che induce gli studenti a dedicarsi all'apprendimento, migliorando progressivamente. Una sfida troppo ardua può generare sofferenza, ostacolando anziché stimolare, con il rischio ahimè di portare verso l'impotenza appresa: la sensazione di incapacità irrimediabile.




Nella scuola di oggi, auspico una proposta educativa bilanciata, che non sia né semplificata né soverchiante, ma piuttosto commisurata alle capacità e alle necessità dei ragazzi che devono apprendere. È solo attraverso un approccio equilibrato che possiamo coltivare la curiosità, l'interesse e il desiderio di apprendere in modo duraturo.

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