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  • Immagine del redattoreCoachtree Andrea Cenni

Prendersi cura...



𝐏𝐑𝐄𝐍𝐃𝐄𝐑𝐒𝐈 𝐂𝐔𝐑𝐀. 𝐂𝐮𝐫𝐚𝐫𝐞...


Prendersi cura dell'altro, delle diverse opinioni, nonostante le divisioni, le argomentazioni più disperate sui pareri, i punti di vista, è un processo dimenticato (?)... A vedere i post nel web sembrerebbe di si. Una violenza di interpretazione, di parole scritte, dette, urlate che si basa su processi soggettivi che non hanno nulla a che fare con i principi di libertà. Si evidenzia sempre il peggio e poco è dato nel rispetto dell'ascolto a comprendere. Mettere l'altro nella giusta comprensione... (lo è in ambo le parti sia chiaro).

Oggi però più di ieri c'è assoluta necessità ed attenzione perché questo non aiuta e non predispone... sopratutto nei confronti dei nostri figli o alunni.








Certo che questo clima attuale oltre ad incitare odio e divisioni non aiuta e non sostiene non solo nella realtà economica ma produce una serie di condizioni emotive destabilizzanti anche nei ruoli familiari con ulteriore danno al sistema educativo.


È frequente dare risalto con una percentuale spropositata negli interventi educativi, ad argomentare sciocchezze o errori accaduti, in maniera del tutto soggettiva, con preconcetti prettamente illusori che portano i propri figli o i ragazzi in generale, a predisporsi in "chiusura" all’eventuale suggerimento o intervento educativo.


Dimentichiamo ahimè che qualsiasi intervento educativo pone il genitore o l’insegnante a “tirar fuori” la parte migliore del proprio figlio o alunno, che può solo avvenire con la predisposizione al riconoscimento dell'errore commesso ma non solo. .



“Gli errori del passato hanno lo scopo di guidarci non di definirci.”



Qualsiasi errore commesso se trova nel contendere anche una piccola forma di umiliazione non predispone chi la subisce all’ascolto. La soluzione molte volte arriva da ” …un processo di interazione tra elementi cognitivi ed affettivi ed è composto da due fasi, una generativa in cui la mente creativa immagina una serie di nuovi modelli mentali come potenziali soluzioni ad un problema, e una esplorativa o valutativa in cui vengono valutate le diverse opzioni e poi viene selezionata quella migliore (Finke et al., 1996).”


Attraverso evidenze neuro-psicologiche si è scoperto inoltre che lo stato emotivo può essere attivante (ad alto arousal) o de-attivante (a basso arousal) (Posner, J., Russell, J. A., & Peterson, B. S., 2005).


Dall’analisi di queste complesse interazioni emerge che in generale gli stati emotivi positivi sono la fonte migliore per la creatività rispetto a quelli negativi.

Quindi sono le emozioni come la felicità a favorire maggiormente la flessibilità e la velocità di processamento cognitivo, che a loro volta favoriscono alti livelli di creatività e originalità, mentre le emozioni negative a basso arousal non sono correlate con un aumento della creatività e addirittura quelle negative ad alto arousal sono negativamente correlate con essa soprattutto perché riducono drasticamente la flessibilità cognitiva impedendo così di trovare nuove soluzioni (Catenazzi, Di Carlo, Della Morte, 2012).


“La mente si apre quando la sfera emotiva è coinvolta”.


Un clima facilitante è alla base di ogni genitore ed insegnante che voglia ottenere dei risultati soddisfacenti su quello che considera valorizzare. Purtroppo anche noi genitori ma anche insegnanti siamo in continua “pressione emotiva”in questi ultimi tempi, dalla quale dobbiamo attingere per trasformare il nostro sentire per offrire un miglior contributo educativo. Saper gestire il nostro lato emotivo nel contenere o favorire il processo emozionale , oltre ad essere un impegno importante verso noi stessi, lo dobbiamo in gran parte al nostro ruolo di genitori ed educatori in ogni campo.


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