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  • Immagine del redattoreCoachtree Andrea Cenni

Motivi per l'azione






Motivazione


Sempre motivazione! Motivati a più non posso…

Per quello che riguarda la motivazione si sono scritte una miriade di pagine (anche io l'ho fatto) e nonostante questo c’è tanta richiesta nel saper riuscire a motivare le persone. Imprenditori, insegnanti, allenatori, genitori… (certamente figure queste, di mio largo interesse) dove è uno dei punti di maggior rilievo nelle richieste.

Tra l’altro queste categorie di persone sono le più informate e attente su questo argomento, studiano, leggono, si informano per trovare maggior forme di attrazione ed interesse.


Un vecchio proverbio arabo diceva:


“Puoi portare un cammello alla fonte ma non puoi obbligarlo a bere”


Personalmente trovo significativo il concetto dei bisogni: “ Sentirsi profondamente motivati e valorizzati solo quando si vedono soddisfatti alcuni bisogni fondamentali: sentirsi capaci, essere autonomi e sperimentare senso di appartenenza".


Questi tre bisogni capacità, autonomia, appartenenza scatenano nell’essere umano un piacere immenso e questo lo sanno bene i pubblicitari.


Peccato che a volte su questi tre elementi non poniamo particolare attenzione perché ci lasciamo prendere da un senso di urgenza del fare (troppi tecnicismi) dimenticando la specifica funzione.


Tralascio le teorie degli esperti in questo post come Deci e Rayan, o Jeffrey Pfeffer che hanno pubblicato molto sull’argomento lavoro e voglio soffermarmi su quella finissima “linea di confine” che c’è tra il volere e il dovere.


L’argomento è certo molto vasto e per quello che posso oggi dire nella mia modesta esperienza è che, anche il linguaggio che adoperiamo su noi stessi come negli altri, ha una enorme importanza.

Ma concentriamoci ora su quel qualcosa di interno che l'individuo sente e prova: “sentirsi capaci”… Cosa che, nel primo momento, non significa esserlo…ma ci riteniamo comunque in grado di raggiungerlo. Se quel “traguardo” fosse molto distante dalla nostra portata ritenendolo irraggiungibile (e magari anche dopo qualche piccola prova) ci fermeremo subito ritenendoci incapaci.


Qui a mio avviso c’è tutta “la profondità” dell’argomento, che tocca le nostre convinzioni e quello spazio che c’è tra ciò che un individuo sa fare da solo e ciò che sa fare se aiutato (Come afferma la dott.ssa Lucangeli è un principio indispensabile sempre, non ha finestre evolutive senza quello tu non nutri questo sistema fluido).


Quindi passata quella sottile linea del “sentirsi capaci…” ecco che si trasforma nel "contesto dell’autonomia", della competenza; con il riconoscimento del senso di appartenenza verso quelle persone che gli riconoscono il valore aggiunto.


Ecco per quelle figure che vorrebbero dipendenti, allievi, atleti, figli, motivati …credo che sforzarsi verso la direzione del supporto, offrendo risorse, strumenti, (che non sono solo materiali ma anche di carattere emotivo come un sguardo, un sorriso, una carezza, un tocco sulla spalla…) si possa fare quel passo necessario attraendone quel particola interesse che smuove la persona all’azione.


Più dell’80% della tua motivazione è determinata dalle consegue che anticipi e che speri di ottenere.
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