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  • Immagine del redattoreCoachtree Andrea Cenni

Insegnamento con il metodo del "culo dei cavalli"



Sono sempre stato molto attratto dai metodi di insegnamento ma sopratutto da come si può apprendere nella maniera più veloce possibile, senza tralasciare la parte di "divertimento" necessaria a poter seguire e proseguire le richieste dell'insegnante. Nella mia professione di Istruttore di Nuoto e successivamente come allenatore, mi sono sempre messo in "grande ascolto" su come poter riuscire a far smuovere quelle emozioni in grado di portare i bambini a superare le prime difficoltà e a raggiungere la fase del galleggiamento autonomo, o a far si che atleti evoluti siano disposti a nuotare i 30 x 100m (3000m = 120 vasche da 25m per chi non se ne intende) perchè necessari al loro allenamento.


L'utilizzo di metodi o di strumenti a supporto, giudicati per le conoscenze del tempo necessari a facilitare il "modello" finale, ne è stata pervasa la mia esperienza di istruttore, dalla fine degli anni '80 fino a buona parte del nuovo millennio. Sono stati anni di grande fermento nella ricerca scientifica, fino alle neuro-scienze degli ultimi anni, che ci hanno fornito studi di enorme importanza nelle metodiche d’insegnamento. Molti di questi studi hanno però poi “faticato” ad emergere per una serie di circostanze ma che a tutt’oggi purtroppo trovano inspiegabilmente reticenze, ma oserei dire mancanza d’interessamento da parte di chi le dovrebbe attuare.


Mi sono imbattuto pochissimi giorni fa in una intervista di Roberto Re che riporto nel filmato sottostante evidenziando questo “estremo contesto” (in questa parte d’intervista fatta a Bibop Gresta invitandoti se non sai chi è ad informarti) su cosa i progettisti si basano quando costruiscono dei treni ad alta velocità. Conosci la storia del “culo dei cavalli” come misura? Ascolta questo video - La parte integrale la puoi trovare qui: https://www.facebook.com/RobertoRePage/videos/247087133029482/








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